09 ottobre, 2012

Schistosomiasi

La schistosomiasi (schistosomiasis), o bilharziosi (bilharziasis), è un gruppo di malattie parassitarie, causate da diverse specie di trematodi del genere Schistosoma, e caratterizzate da disturbi intestinali o vescicali, ittero, cirrosi epatica, epatosplenomegalia (a seconda della specie coinvolta).
In particolare le seguenti specie sono le più frequenti:
  • Schistosomiasi urogenitale/vescicale (S. haematobium)
  • Schistosomiasi intestinale ed epatosplenica (S. mansoni)
  • Schistosomiasi artero-venosa (S. japonicum, S. mekongi)
  • Schistosomiasi rettale e vescicale (S. intercalatum)


- Epidemiologia -

È una delle più importanti malattie parassitarie per gravità ed estensione geografica (150-200 milioni di individui nel mondo ne sono affetti). Particolarmente frequente (anche se con differenze di specie) in Africa, Asia, Venezuela, Brasile. Causa 100’000 morti ogni anno.
La malattia è essenzialmente rurale. È determinata dalla eliminazione delle uova dall’uomo o da altri animali infetti in acque dolci, dove penetrano in alcune lumache (specie-specifiche, vedi tabella), e qui maturano. Le larve passano nell’acqua, e possono penetrare la cute, anche integra, dell’uomo.

- Ciclo biologico -

Il parassita adulto misura 1-2cm di lunghezza, e 0.3-0.6mm di spessore. Gli schistosomi hanno sessi separati. Allo stadio adulto, gli schistosomi vivono accoppiati, per tutta la loro vita, nel sistema circolatorio dell’uomo e di altri vertebrati, producendo numerose uova (300 uova al giorno S. mansoni e S. haematobium; 3'000 uova al giorno S. japonicum). L’habitat è:
  • Plesso venoso vescicale (S. haematobium) - vescica
  • Vene mesenteriche (S. mansoni) - intestino crasso
  • Vene dell’intestino tenue (S. japonicum, S. mekongi) - intestino tenue
  • Sistema portale (S. intercalatum) - fegato, milza
Dalle uova, nel mollusco escono i miracidi, che diventano cercarie, e si liberano nell’ambiente acquoso dove sopravvivono per 24h.
Morfologia delle uova di 3 specie di Schistosoma

Le cercarie aderiscono all’epidermide tramite delle mucose, e per l’azione di enzimi proteolitici, penetrano nella cute integra (schistosomula). Raggiunge per via venosa il circolo capillare polmonare, e da qui passa in circolo, portandosi nei sistemi venosi suddetti, dove diventa adulto.
I trematodi aderiscono alla parete vasale, e si nutrono di Hb, carboidrati ed aminoacidi. Le uova che liberano, possono penetrare negli organi cavi (grazie allo sperone), oppure circolare, determinando lesioni granulomatose.
L’azione patogena dello schistosoma è da riferirsi proprio a quest’ultimo fenomeno.

- Patogenesi e Anatomia patologica -

La lesione fondamentale è il granuloma schistosomiasi, che si forma attorno alle uova depositate nei tessuti; è costituito da istiociti, eosinofili, cellule epiteliodi (ipersensibilità ritardata).
Ciò ha conseguenze variabili: nella schistosomiasi vescicale può determinare ostruzione degli ureteri e quindi idronefrosi, e sovrinfezione; nella schistosomiasi portale, determina ipertensione portale, e quindi cirrosi.
Possono esserci immunocomplessi che determinano una glomerulonefrite.
La patogenesi è quindi da riferirsi a 2 meccanismi fondamentali:
  • Reazione immunologica nei confronti di vermi e uova
  • Secrezione di enzimi proteolitici da parte dei miracidi, attraverso pori presenti sulle uova, che facilitano il passaggio attraverso i vasi ematici negli organi cavi come vescica e intestino
È anche possibile l’embolizzazione delle uova o di parte di esse.


ParassitaOspite intermedio (genere)Distribuzione geograficaTrattamento
S. mansoniBiomphalariaSud America, Africa, Caraibi, Penisola arabicaPraziquantel, 40mg/kg/die in 1 o 2 dosi al giorno
S. japonicumOnchomelaniaChina, Filippine, Indonesia, TailandiaPraziquantel, 60mg/kg/die in 3 dosi al giorno
S. mekongiNeotriculaCambogia, LaosPraziquantel, 60mg/kg/die in 3 dosi al giorno
S. intercalatumBulinusAfrica centrale e Africa dell’ovestPraziquantel, 40mg/kg/die in 1 o 2 dosi al giorno
S. haematobiumBulinusAfrica, Medio orientePraziquantel, 40mg/kg/die in 1 o 2 dosi al giorno

- Quadro clinico -

Schistosomiasi acuta. Esistono sintomi generali, per la reazione ad elementi tossici liberati dai parassiti, verso cui l’organismo va in tolleranza: febbre, tosse, asma, artromialgie, dolori addominali, diarrea, epatosplenomegalia, orticaria con eosinofilia (questo corredo sintomatologico prende il nome di sindrome di Katayama). La sindrome di Atacama è rara con S. haematobium, più frequente e grave con S. japonicum.

Nelle fasi successive, si instaura tolleranza, e poi prevalgono i sintomi d’organo (schistosomiasi cronica). La sintomatologia può essere assente o subclinica

Schistosomiasi urogenitale e vescicale. Ematuria micro/macro; pollachiuria, bruciore alla minzione, disuria.
All’esame cistoscopico si osservano noduli e pseudo polipi, e ulcerazioni per il passaggio del parassita, e sclerosi circostante. Se tale sclerosi coinvolge gli ureteri, può determinare idronefrosi.
Tale infestazione è associata al tumore della vescica.
A livello dell’apparato genitale, si possono avere epididimiti, vescicoliti, distole vescicali, emospermia, cerviciti, endometriti.

Schistosomiasi epatosplenica e intestinale. Compaiono disturbi addominali, dolori crampi formi, tenesmo rettale, febbricola, astenia, eosinofilia; c’è edema e ulcerazioni della mucosa intestinale. Nella forma colica, c’è tenesmo rettale, emorroidi, prolasso rettale.
A livello portale determina ostruzione, e quindi ipertensione portale, e quindi splenomegalia. Ciò può portare ad anemia da ipersplenismo.
Nella forma artero-venosa prevalgono i sintomi ascitici, le varici esofagee, l’ematemesi.

Schistosomiasi dermatitica. Durante la penetrazione delle cercarie, in alcuni soggetti può manifestarsi orticaria, seguita a distanza di alcune ore da un rash maculare; il rash è raro nei soggetti mai esposti precedentemente. Viceversa il rash nei soggetti già sensibilizzati può perdurare per alcuni giorni (è un rash pruriginoso, maculo papulare).

- Diagnosi -

Si basa, oltre che sulla clinica, anche su test sierologici e sulla dimostrazione della presenza delle uova nelle urine, nelle feci o nei tessuti.
La proctoscopia e la cistoscopia possono essere utili per identificare le uova, in caso di esame delle urine e delle feci negativi.
È disponibile la metodica PCR per la ricerca del DNA degli Schistosomi nelle feci o nelle urine.

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